Descrizione
Sebern F. Fisher, M.A., autrice del libro “Neurofeedback nel trattamento dei traumi dello sviluppo” (Raffaello Cortina Editore, 2017).
Sebern F. Fisher è una psicoterapeuta specializzata nel trattamento con il neurofeedback. Lavora privatamente e si occupa prevalentemente di trascuratezza e abusi durante la prima infanzia. La sua modalità di intervento si focalizza sul cervello traumatizzato, il quale – se adeguatamente “allenato” – è in grado di imparare ad auto-regolarsi, a prescindere dall’età. La Dott.ssa Fisher ha tenuto svariati corsi di formazione sul neurofeedback, sia a livello nazionale che internazionale, sottolineando la necessità di integrare quest’ultimo con la psicoterapia. Il suo libro, “Neurofeedback nel trattamento dei traumi dello sviluppo”, ha aiutato i professionisti della salute mentale a comprendere in che modo il cervello di un individuo traumatizzato può innescare emozioni esplosive, pensieri irrazionali e comportamenti distruttivi. Quando, invece, il cervello impara ad auto-regolarsi, l’individuo è in grado di impegnarsi in modo significativo, sia all’interno del trattamento terapeutico che della sua stessa vita. Per maggiori informazioni, visitare il sito www.SebernFisher.com.
Calmare il cervello guidato dalla paura: l’integrazione del neurofeedback con la psicoterapia nel trattamento del trauma dello sviluppo
A causa dell’emergenza Coronavirus, molti di noi si sentono isolati, soli e impauriti. L’attuale incertezza esistenziale a livello globale si ripercuote ancor più duramente su chi ha alle spalle una storia di trauma dello sviluppo, innescando stati di terrore simili a quelli vissuti durante la prima infanzia. Anche in assenza dell’ulteriore minaccia causata dalla pandemia, il terrore traumatico mette a repentaglio l’integrità, la capacità di integrazione e di auto-regolazione, nonché il senso del Sé dell’individuo.
È giunta l’ora di cambiare il nostro modo di concepire il trattamento dei clienti con storie di abuso e trascuratezza in età infantile. Nel loro caso, infatti, le consuete modalità di trattamento hanno esiti deludenti. Nel corso degli ultimi vent’anni, il tasso di suicidi è aumentato di circa il 30% negli Stati Uniti e, a livello globale, si sono registrate tendenze tragicamente simili. I sopravvissuti a un trauma dello sviluppo sono ampiamente sovrarappresentati in queste statistiche. Per concepire un nuovo approccio al trattamento di questi clienti, il primo passo da compiere è valutare l’impatto dell’abuso e della trascuratezza sul cervello in fase di sviluppo. Ricerche emergenti in ambito neuroscientifico hanno dimostrato che trascuratezza e abuso – fisico, sessuale e/o emotivo – hanno un impatto su ognuna delle principali strutture e reti neurali del cervello in fase di sviluppo.
Il corso sarà articolato in due live webinar.
Prima parte:
Durante il primo webinar sarà illustrata la ricerca sul trauma dello sviluppo, nonché le relative implicazioni sulla nostra comprensione della regolazione affettiva. La regolazione affettiva è l’obiettivo primario di qualsiasi terapia ma, per i sopravvissuti a un trauma dello sviluppo, è un traguardo quasi impossibile da raggiungere. Paura e reattività sono al centro del problema; durante il webinar verrà descritta, quindi, l’attivazione dei circuiti della paura all’interno del cervello traumatizzato. Un altro degli argomenti principali su cui verterà il webinar sarà l’impatto del trauma sul Default Mode Network (DMN), la rete neurale presente nel cervello degli esseri umani che rende possibile la formazione di un senso del Sé e dell’Altro.
Al termine del primo webinar, i partecipanti saranno in grado di:
- Descrivere la ricerca neuroscientifica che documenta l’impatto della trascuratezza e dell’abuso sul cervello in fase di sviluppo.
- Analizzare l’impatto del trauma dello sviluppo sul Default Mode Network.
Seconda parte:
Paura e reattività portano scompiglio non soltanto durante il trattamento, ma anche nella vita del cliente. L’utilizzo del neurofeedback consente di contrastare tale reattività alla fonte. L’assenza di un DMN affidabile implica la mancanza di un senso del Sé e dell’Altro altrettanto affidabile. Tutto questo comporta, ovviamente, conseguenze significative per la psicoterapia. Quando paura e reattività si placano, il DMN inizia a tornare operativo.
Durante il secondo webinar sarà analizzato il funzionamento del neurofeedback e introdotto il modello basato su attivazione/regolazione. Abbandono, trascuratezza e abuso – spesso ad opera dei caregiver primari – sabotano il funzionamento del sistema di attivazione del cervello, lasciandolo in balia dei circuiti della paura, a loro volta iper-attivati. Se inserito all’interno del processo terapeutico, il neurofeedback aiuta il cervello a riacquistare la propria capacità di auto-regolazione e organizzazione. Sviluppare un senso dell’Altro è una condizione necessaria per la formazione di un senso del Sé. Il neurofeedback non si sostituisce alla psicoterapia; sarebbe un grave errore pensarlo. Tuttavia, per i clienti con una storia di trauma dello sviluppo alle spalle, il neurofeedback può dare maggiore significato alla psicoterapia e rendere possibile una vita all’insegna dell’auto-regolazione.
Al termine del secondo webinar, i partecipanti saranno in grado di:
- Analizzare in che modo l’utilizzo del neurofeedback può migliorare la regolazione affettiva.
- Descrivere in che modo la regolazione affettiva contribuisce allo sviluppo di un senso del Sé e dell’Altro.
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